Trieste…che spettacolo!

Archive for marzo 13th, 2011

Dal 17 al 20 marzo al Politeama Rossetti

WE WILL ROCK YOU

Di: il musical dei QUEEN e di Ben Elton
Scene: Mark Fisher
Costumi: Tim Goodchild; luci di Willie Williams
Musiche: Queen
supervisori musicali Bryan May & Roger Taylor
coreografie di Arlene Phillips
Regia: Maurizio Colombi
Produzione: Barley Arts Promotion in associazione con Queen Theatrical Productions, Phil McIntyre Entertainments e Tribeca Theatrical Productions
Interpreti: Valentina Ferrari (Killer Queen), Martha Rossi (Scaramouche), Salvo Vinci (Galileo), Paolo Barillari (Brit), Loredana Fadda (Oz) Salvo Bruno (Kashoggi), Massimiliano Colonna (Pop)

Nella passata stagione We Will Rock You, il musical ideato dai Queen e da Ben Elton è stato uno dei campioni d’incasso e di gradimento a Trieste. Era dunque scontato che il tour 2010-11 dello spettacolo facesse nuovamente tappa in città.
Scritto e diretto da Ben Elton, con Brian May e Roger Taylor come supervisori, We Will Rock You comprende 24 tra i maggiori successi dei Queen e riflette le performance live della storica band. L’edizione italiana dello spettacolo è stata prodotta da Claudio Trotta per Barley Arts, diretta da Maurizio Colombi (Peter Pan) e ha visto la partecipazione attiva di buona parte dello staff originale: fra questi Mark Fisher in veste di set designer, Ted Irwin come supervisore di produzione, Mike Dixon come supervisore musicale, Brian May e Roger Taylor, supervisori di tutto il musical e coinvolti nelle audizioni per la selezione del cast italiano e della band che ogni sera suona dal vivo le canzoni di We Will Rock You (queste vengono cantate in inglese mentre i dialoghi sono recitati in italiano).
L’idea dello show nasce a metà degli anni ‘90, quando il manager dei Queen Jim Beach propone a Brian May e Roger Taylor la creazione di un musical con le canzoni dei Queen.
Nel frattempo la casa di produzione di Robert De Niro, la Tribeca, aveva già espresso interesse per un musical sui Queen, così Jim Beach e la band cominciano a sviluppare il progetto, portandolo avanti dapprima a New York con Tribeca, poi a Londra dove l’idea viene proposta a Ben Elton, già sceneggiatore di sitcom di enorme successo in Gran Bretagna comeThe Young Ones, Happy Families e Blackadder. Elton suggerisce a May e Taylor di creare una storia originale che catturi lo spirito della musica dei Queen. Comincia quindi a lavorare a stretto contatto con la band per incorporare le loro canzoni nella storia, ma si ispira anche ad altre fonti, dichiarando di fare riferimento alla  teoria del controllo da parte dei computer.
Lo spettacolo è infatti ambientato nel futuro, in un luogo una volta chiamato “Terra” e ora diventato “Pianeta Mall”, vittima della globalizzazione più totale, un pianeta dove il rock è bandito e i suoi seguaci vivono nascosti. Lo show debuttò al Dominion Theatre nel West End di Londra il 14 Maggio 2002 ed è uno dei musical rock di maggior successo di sempre. Da allora lo hanno visto nel mondo oltre 8 milioni di persone in 14 produzioni internazionali, dall’Europa all’Asia, dall’Oceania all’America.

LINK UTILI:

  • Per maggiori informazioni sullo spettacolo Politeama Rossetti (fonte delle info e foto)
  • sito ufficiale wewillrockyou-themusical.it
  • VIDEO: La “prima” nazionale della versione italiana di WE WILL ROCK YOU – il musical scritto e prodotto dai Queen e Ben Elton si è svolta venerdi 4 dicembre al teatro ALLIANZ di Assago

Giovedì 17 marzo alle ore 21.30 al Teatro Miela, in collaborazione con il Teatro Stabile Sloveno, il concerto

JAMES CHANCE & LES CONTORTIONS

James Change (il James Brown bianco) con i suoi Contortions, è stato colui che meglio ha rappresentato lo spirito della no wave newyorkese, movimento nato alla fine degli anni ‘70 immortalato da Brian Eno nella storica raccolta intitolata “No New York“.
Leggendario sassofonista e vocalist dedito al funk-punk decostruito e schizoide, James Chance (oppure Withe, altro pseudonimo) è un’artista che evoca gloriosi fasti del passato e che nella sua lunga storia non è mai approdato dalle nostre parti.
James Chance e i suoi Contortions erano prepotentemente i promotori delle più caratterizzanti tendenze di questo manifesto della fusione estrema tra l’eversione sociale della musica punk bianca e le dissonanze free-jazz della musica nera.
Dopo numerosi anni e dopo il suo trasferimento in Francia, James propone nel 2010 un nuovo lavoro con “The fix is in“, dove le atmosfere finalmente si rilassano e la vena diviene più jazz & r’n’b (generi a cui è affezionato fin dall’adolescenza), facendo sempre riemergere a tratti la follia delle sue caratteristiche note dissonanti.

LINK UTILI:

Ancora questa sera al Teatro Orazio Bobbio andrà in scena lo spettacolo:

GIRGENTI AMORE MIO

di: Gianfranco Jannuzzo e Angelo Callipo
regia: Pino Quartullo
scene: Salvo Manciagli
costumi: Silvia Morucci
musiche originali e arrangiamenti: Francesco Buzzurro
con: Gianfranco Jannuzzo
produzione: Girgenti Spetacoli srl

Girgenti amore mio è il tentativo sincero e appassionato di dialogare con le proprie radici e, cosi facendo, restituirle agli altri.

Dico “proprie”, e non mie, a ragion veduta. Girgenti, e con essa la Sicilia intera, è per me molto più che la terra della mia infanzia o il luogo di memorie mai sbiadite. Girgenti è lo scrigno magico in cui si condensano tutte le terre, in cui tesori d’ogni genere si accompagnano a profonde ferite, profumi meravigliosi si mescolano a storie che ancora oggi non mi è sempre facile raccontare.

Girgenti è, insomma, quel groviglio di sentimenti e razionalità che accomuna ogni terra o, per meglio dire, la terra che ogni uomo si porta dentro.

Già, perchè proprio questo è il punto. Per ognuno di noi, inevitabilmente, gli spazi della propria terra coincidono con i confini della propria anima. Per questo ho preferito Girgenti ad Agrigento. Girgenti è il nome che non c’è più di una città che invece c’è ancora e, dunque, molto più adatto a spiegare l’intensità della sua presenza dentro di me: Agrigento è un semplice punto tra le coordinate di una cartina geografica, Girgenti è l’incrocio obbligato per cui passa ogni mia emozione.

Lo spettacolo esplora, scava, libera le mille contraddizioni che mi legano a Girgenti e a tutta la mia isola: le lunghe file che da bambino facevo per poter attingere un po’ d’acqua in una Sicilia perennemente assetata, gli improbabili personaggi che con i loro tic, divertenti e amari insieme, sono a volte la cifra più caratteristica di questa mia terra, il Mediterraneo che nel suo seno ha raccolto infinite specie di culture e lingue.

Gianfranco Jannuzzo

Per maggiori informazioni sullo spettacolo e prezzi LaContrada (fonte delle info e foto)

Il 16 marzo alle 21.00 continua la rassegna TRA CARCERI E CARCERI con lo spettacolo

KVETCH
piagnistei

di Steven Berkoff
con Ivan Zerbinati, Laura Bussani, Federico Giani, Simone Luglio
regia Tiziano Panici e La compagnia
scene e luci Nicola Bruschi
musiche originali David Matteucci

Nell’opera KVETCH, che in ebraico significa piagnistei, Berkoff dipinge in modo caustico e graffiante un apparentemente normale quadretto familiare. Scrive l’autore che la commedia è dedicata a chi ha paura, ossia a tutti. Abbiamo paura di ingrassare, di essere stupidi, di non capire una barzelletta, di fallire. La commedia è costruita su una geometria precisa, che non lascia scampo: i dialoghi, specchio di una scialba quotidianità, sono continuamente interrotti dai pensieri dei personaggi e dai loro monologhi interiori e generano nel pubblico una sorta spaesamento, rivelando quello che è il messaggio più forte del testo: l’umanissima discrepanza fra ciò che si fa e ciò che si vorrebbe fare, e la contraddizione in cui tutti, prima o poi, si cade, quando si ottiene l’opposto di ciò che si aveva prima e si desidera tornare alla situazione precedente. Il plot è piuttosto banale, pressoché inesistente, una storia di letti, di coppie che si disfano e si formano. C’è Franco, marito annoiato e lamentoso, che scopre di essere omosessuale e ha una relazione col suo collega Aldo appena abbandonato dalla moglie; c’è Donna, la moglie frustrata di Franco che ha una relazione con un cliente del marito, Giorgio; c’è la vecchia, imbarazzante e onnipresente suocera. Ma è quello che c’è dietro ad essere interessante: i cinque personaggi si muovono, infatti, su una doppia linea, e lo spettatore ne vede non solo i gesti, ma anche i pensieri. I banali dialoghi sono costantemente interrotti da alcuni brevi monologhi in cui i personaggi finalmente riescono a dar voce alle loro ossessioni. In tal modo Berkoff mostra spietatamente la distanza che esiste tra ciò che un uomo dice e fa e quello che pensa.

“Il valore del coraggio si misura in un momento, nell’attimo di una scelta. Anche il valore di un uomo si misura su quel tempo. Questo è il segreto che Cristo sussurrò nelle orecchie dell’implacabile Ponzio Pilato poco prima della sua condanna. È il coraggio che permette alla verità di esistere. Non esistono uomini coraggiosi per tutta la durata della loro vita. Chi è convinto che esistano o che siano esistiti non è che un violento, sconsiderato criminale. Un codardo.
E voi sapete di esserlo? Io sono un codardo. Questo è quello che penso. È quello che pensava Steven Berkoff di sé stesso mentre scriveva questa commedia. Perché da quando ha iniziato il suo difficile percorso artistico come attore, autore e regista, scegliendo le strade più sinistre e pericolose, non ha mai smesso di combattere per affermare il suo pensiero con onestà.
Ma cosa resta a un uomo quando viene meno il coraggio?
Il rimpianto. È di questo che parla il testo. Lamentarsi con se stessi e con il prossimo. Piangere la sconfitta, quella vera. Non esiste niente di più insopportabile. Piagnistei. Una parola davvero orribile.”
Tiziano Panici

Per maggiori informazioni e prezzi Teatro Miela (fonte delle info e foto)

Lunedì 14 marzo  al Teatro Miela torna il

PUPKIN KABARETT

Proseguono senza sosta gli appuntamenti del lunedì più alternativo alle proposte cittadine di ogni genere, compresi il cardio-fitness e i corsi di tango.
Alle 21.21, puntualissimi, gli attori e i musicisti del Pupkin kabarett, si esibiranno per voi in un nuovo stralunato happening fatto di monologhi, sketch, rassegne stampa sconvolgenti, opinioni non richieste e altro ancora.

La valente Niente Band accompagnerà la serata da par suo e senza lamentarsi.

Per maggiori informazioni Teatro Miela (fonte delle info e foto)

Questo pomeriggio alle 16.30 ad ingresso libero continua LA STAGIONE DEL RACCOLTO-La maturità della vita nel cinema con la proiezione del film:

UNA DOMENICA IN CAMPAGNA

di Bertrand Tavernier; con Michel Aumont, Sabine Azéma, Louis Ducreux
Francia, 1984, col., 94′

Siamo nel 1912. Il signor Ladmiral, un anziano pittore non celebre, vive con una governante nella sua villetta in una campagna non lontana da Parigi. E’ domenica ed arrivano in treno il figlio Gonzague, la nuora e i loro tre bei bambini. Passeranno, come fanno spesso, la giornata con papà, fra un ottimo pranzo, la siesta e qualche passeggiata al fresco degli alberi già rosseggianti. Poi, nel pomeriggio, arriva da Parigi con la sua automobile Irene, l’amatissima e più giovane figlia di Ladmiral, piena di vitalità, sempre elegante, imprevedibile ed irrequieta. Irene accompagna il padre in auto fino al laghetto, parlerà con lui e ballerà con lui un valzer in un rustico locale del posto; poi lo riporta tutto felice a casa. Ma non può restare per la cena: una telefonata arriva per lei da un ignoto, Irene ne è turbata e riparte in fretta. Gli altri prenderanno l’ultimo treno della sera e Ladmiral resterà di nuovo solo. Per fortuna, un quadro del tutto nuovo sembra tentarlo molto …

LINK UTILI:

  • Per maggiori informazioni sulla proiezione Teatro Miela (fonte delle info e foto)
  • maggiori informazioni sul film, protagonisti, critica ecc mymovies.it

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